Purtroppo le risposte non sono molto semplici perché in ogni cosa ci sono sempre molte eccezioni che, a differenza del detto, non confermano la regola.
Quindi secondo te con un percorso in una facoltà ad ambito più biologico che meccanico, come ad esempio Bionanotecnologie, potrebbe portarmi solo a campi di ricerca?
No, quel che ho detto è che l'ambito più chimico-biologico si presta meglio alla ricerca perché tendono a migliorare o a inventare cose che sono alla frontiera delle applicazioni odierne.
Ti faccio un esempio: microdispositivi di "drug delivery" (rilascio di farmaco) che trasportano il farmaco direttamente su un tumore, possono evitare la chemioterapia potenzialmente. Il problema è che ancora questi micro dispositivi non sono efficaci o efficenti quanto lo è la chemioterapia odierna, sebbene potrebbero avere molte meno controindicazioni, per cui bisogna fare ricerca per migliorarli e renderli il nuovo gold standard contro i tumori.
Questo comunque non significa né che non possa trovare lavoro in aziende fuori dall'università, né che non possa progettare. La costruzione ad esempio dei micro dispositivi di cui ho parlato poco fa è comunque una progettazione.
E questo porta alla tua seconda domanda:
Cercavo nel mio futuro qualcosa di più concreto, come la progettazione vera e propria. Secondo te quale corso potrebbe essere più adatto a questi requisiti?
Dipende da cosa vuoi progettare: se intendi protesi meccaniche passive, sicuramente biomeccanica è la migliore. Se intendi protesi attive (ad esempio quelle che si muovono col pensiero) in parte ci si riferisce alla biomeccanica ma un gran lavoro la fa anche la componente informatica che tu vorresti evitare.
Se vuoi progettare dispositivi più piccoli e impiantabili, come ad esempio degli stent vascolari che magari hanno anche la possibilità di rilasciare farmaci in loco, in questo caso entrano in atto sia la bioingegneria meccanica sia la bioingegneria chimica.
Mentre per quanto riguarda i settori industriali che hai detto prima, in cosa consistono?
Io mi riferivo più che altro ai titoli dei corsi:
L-8 = laurea in ingegneria dell'informazione (prevalenza di elettronica, informatica, ecc...), che è quel che non vuoi fare;
L-9 = laurea in ingegneria industriale (prevalenza di meccanica, chimica, ecc...), che è quel che vorresti fare.
Per la magistrale è un po' diverso. Diciamo che la distinzione fra informazione e industriale è più utile per l'Esame di Stato rispetto alle singole lauree magistrali, che infatti sono tutte LM-21 e quindi equiparabili, sebbene è qui che entrano in gioco più differenze fra i corsi.
Cioè cosa effettivamente si potrebbe riuscire a fare, e quali sarebbero le facoltà o i corsi più adatti?
In ambito specifico, ti ho già mandato il link delle professioni dell'ingegnere biomedico. Con ambito industriale (cioè meccanico, chimico, ecc...) potenzialmente potresti progettare protesi passive, progettare organi artificiali, progettare dispositivi impiantabili passivi, aiutare nella realizzazione di protesi o dispositivi attivi (cioè, in sostanza, che hanno bisogno di elettronica e/o informatica), puoi avere a che fare con l'ingegneria dello sport o con l'ingegneria della riabilitazione, oppure in automotive potresti aiutare nello sviluppo di manichini o nelle tecnologie per salvare la vita ai passeggeri, oppure ancora potresti spaziare nell'ambito della ricerca e sviluppo di nuovi dispositivi o tencologie, eccetera eccetera.
In ambito non specifico, gli ingegneri sono in parte "intercambiabili", cioè ad esempio un bioingengere meccanico può ricoprire il ruolo di un ingegnere meccanico, un bioingegnere chimico può ricoprire il ruolo di un ingegnere chimico e così via. Potresti anche specializzarti in meccatronica per avere sia basi meccaniche sia di elettronica. Oppue potresti aiutare lo sviluppo di software che sono utili per applicazioni biomeccaniche o biochimiche o anche semplicemente industriali in generale. E in realtà, un biomedico ha basi sia meccaniche e chimiche sia elettroniche ed informatiche, quindi potenzialmente potresti fare anche lavori degli ultimi due settori sebbene ti sei specializzato in uno dei primi due.
Le strade sono tante, non è facile capire cosa si desidera fare e difficilmente si ha il lavoro desiderato sin da subito dopo la laurea, spesso bisogna sudarselo anche dopo.
Secondo me devi scegliere il percorso che più ti ispira e pian piano te lo costruisci come meglio credi: parti dalla magistrale che potrebbe offrire più spazio alle opportunità che gradisci, scegli gli esami a scelta pensando a cosa vorresti apprendere e anche dopo la laurea se ti dovesse mancare qualcosa puoi sempre fare dei corsi in più, compresi master. Magari non si avrà subito quel che si vuole ma pian piano ci si raddrizza o ci si accontenta, il mondo del lavoro funziona anche così.
Scusa la risposta chilometrica, spero almeno di aver dato un aiuto benché minimo, alla fine dipende tutto da te, qualsiasi siano i consigli che ricevi.