Il primo forum italiano per l'Ingegneria Biomedica

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Esperienze di studio nei corsi di laurea in Ingegneria Biomedica degli atenei italiani ed esteri
#766
Ciao a tutti,
ecco un pò di delucidazioni a riguardo dell'ingegneria biomedica.
Ciao @Finlay, 8-)
benvenuto sul nostro forum! Se non conosci bene ancora il nostro network, ti lascio qualche riferimento utile nel contesto del thread aperto:

Cos’è l’Ingegneria Biomedica? Ingegneria Biomedica in Italia: dove studiare (con mappa degli atenei :o ) Professioni dell’Ingegnere Biomedico Grazie per esserti iscritto e buona permanenza!
:ugeek:
By MrTetris
#859
Discussione molto interessante. Sono appena arrivato sul forum, ma voglio dire la mia.
Premetto che ho 7 anni di esperienza nel settore, di cui 5 passati all'estero, ma che sebbene ritenga di aver ormai compreso quali sono le esigenze delle aziende e il gap tra università italiana e mondo del lavoro, noto che molti miei colleghi non concordano con la mia visione. Immagino che questo dipenda dalle proprie esperienze di vita. L'importante è sottolineare che la mia visione non possa che essere parziale e soggettiva. Proverò a riassumere il mio pensiero in breve.

Pro: gli argomenti trattati durante il corso di studi possono effettivamente rivelarsi molto interessanti. E nonostante tutto quel che si dice, una volta laureati si trova abbastanza facilmente lavoro (il punto è "quale lavoro", come spiego in seguito). Nessuno dei miei colleghi è rimasto disoccupato, a quanto ne so, e già a un anno dalla laurea quasi tutti avevano firmato un contratto a tempo indeterminato.

Contro: il settore è molto meno in crescita di quanto non si pensi generalmente. Nessun paragone con Oil&Gas, Automotive o Aerospace, per fare degli esempi. Le aziende biomediche sono generalmente molto piccole, e le filiali italiane delle grandi multinazionali si concentrano sulla vendita dei prodotti più che sulla progettazione e produzione.
Questo però è un problema che pesa più in là durante la carriera di un professionista, appena usciti dall'università il problema immediato è un altro: l'interdisciplinarità, fiore all'occhiello dell'ingegneria biomedica, non consente una vera e propria specializzazione. Normalmente, chi si laurea in questa disciplina possiede un'infarinatura di meccanica, elettronica e a volte chimica senza però possedere davvero le basi necessarie a intraprendere uan carriera in questi rami. Alle aziende non interessa più di tanto il titolo di studio, ma quel che si sa fare, per cui difficilmente a un ingegnere biomedico verrà assegnato un compito tecnico come la progettazione di una protesi (un ingegnere meccanico saprà sicuramente svolgere meglio lo stesso compito) o di uno strumento elettromedicale (l'azienda preferirà sempre l'ingegnere elettronico che si è concentrato per cinque anni sul signal processing o materie attinenti, piuttosto che l'ingegnere biomedico "tuttofare").

Ma come ho detto, tutti gli ingegneri biomedici che conosco hanno trovato lavoro, e anche con relativa facilità rispetto a elettronici e meccanici. Perché?
Perché l'ingegneria biomedica è per sua natura una disciplina di alto livello. Di base non si studia tanto come processare un segnale, ma come funziona un elettrocardiogramma, il prodotto finito. E questa visione di alto livello è molto utile in discipline meno tecniche, ad esempio nel settore commerciale (Sales o Product Management) o manageriale (Quality o Regulatory Affair).
Intendiamoci, sono professioni poco tecniche, che difficilmente possono attrarre un neolaureato abituato a confrontarsi con problemi complessi, ma che alla lunga possono dare le loro soddisfazioni (e generalmente garantire guadagni più elevati con meno sforzo rispetto ai ruoli più tecnici).

Insomma, alla fine tutto dipende da quel che si vuole fare nella vita. Se uno studente è interessato all'aspetto più tecnico -ingegneristico della materia, ingegneria biomedica non è il corso adatto a lui (o comunque va necessariamente integrato con un dottorato ad hoc). Se viceversa si sente più portato al settore vendite/marketing o alla gestione aziendale, allora è un percorso che ha senso intraprendere.

Per quella che è la mia visione complessiva, avere una base tecnica è sempre molto utile nella vita lavorativa, quindi scoraggio fortemente chiunque mi chieda consigli sull'intraprendere o meno questo corso di studi. Molto meglio iscriversi in ingegneria meccanica/elettronica/informatica e poi eventualmente dirottare verso "argomenti biomedici" più in là, verso la fine del corso di studi o magari durante la tesi.
#890
Sinceramente, se la valutazione deve essere fatta "in Italia", i contro sono decisamente superiori ai pro.
Basta analizzare le offerte di lavoro, per cui a dire il vero non vengono neanche preferiti esclusivamente i biomedici, ed il loro numero, e confrontarle a quelle dedicate ad altri rami dell'ingegneria, per capire che il percorso di studi ingegneristici a declinazione biomedica IN ITALIA rappresenta per la maggioranza delle persone una scommessa a perdere.
Con ció non voglio dire che non ci sia chi ce la fa e chi trova la propria dimensione e realizzazione personale, lungi da me voler fare discorsi disfattisti, ma la realtá credo sia sotto gli occhi di tutti.
Fare ricerca nelle Universitá vuol dire inserirsi in quell'intricato meccanismo di baronaggi che tutti noi conosciamo, le offerte di lavoro non arrivano a superare il centinaio ( https://it.indeed.com/jobs?q=ingegnere% ... 5853a2e519 ), molte delle quali per ruoli del tutto demansionanti, come ad esempio l'informatico o addirittura il rappresentante commerciale ,(due lavori piú che dignitosi, ma di certo distanti concettualmente da quello che si aspetterebbe un laureato in biomedica) e per molte di esse risentiamo della concorrenza di colleghi laureati in altri rami dell'ingegneria (gestionale, chimica, elettronica...).
Progettazione di protesi, reti neurali, intelligenza artificiale e cosí via, tutte cose bellissime che ci vengono prospettate, e alle volte fatte studiare, nel momento in cui ci iscriviamo all'Universitá, ma che percentuale dei nostri colleghi IN ITALIA ad oggi lavora su queste cose ?
Sono afflitto, scoraggiato e frustrato, potessi tornare indietro mi iscriverei di corsa ad un altro ramo ingegneristico.
Per cui mi rivolgo ai giovani, prendete bene in considerazione quella che é la REALE situazione dell'ingegneria biomedica IN ITALIA prima di intraprendere questo percorso di studi, che di certo non é quella tutta rose e fiori dei depliant che distribuiscono agli open day delle Universitá, e ragionate sul fatto che quando uscirete dal vostro percorso di studi, che vi auguro possa essere pieno di soddisfazioni, poi vi dovrete confrontare con il mercato del lavoro, e questo IN ITALIA al momento non é molto generoso con i biomedici, anzi.
Nessun successo vi sará precluso, ma di certo ingegneria biomedica non é la piú agevole delle vie, ed ad oggi mi pento di averla intrapresa.

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