Ciao!
provo a risponderti io in quanto dopo la magistrale ho iniziato a lavorare in un'azienda tedesca (ma con sede in Italia) e successivamente ho collaborato con varie realtà sia estere che italiane.
Mi dispiace un po' sentire il tuo scetticismo sulle realtà aziendali italiane oltre che ospedaliere perchè in alcune regioni ci sono delle vere e proprie eccellenze riconosciute in Europa e nel mondo. La prima realtà è in Emilia Romagna dove è presente il polo biomedico aziendale più grande d'Europa. Conosco personalmente ingegneri biomedici e clinici che dall'Olanda e dall'Inghilterra sono espatriati per venire a lavorare nel Distretto Biomedicale di Mirandola. (
https://distrettobiomedicale.it/). Senza contare il polo biomedico di Trieste o il campus biomedico di Roma.
Le realtà valide sia aziendali che cliniche esistono anche in Italia e non sono di certo una "seconda scelta", ma sono esperienze lavorative che arricchirebbero il CV in modo considerevole.
Se la tua volontà è invece quella di andartene, ci sono molte aziende internazionali che hanno anche sedi in Italia con le quali è possibile fare colloqui per poi esprimere la disponibilità a lavorare nelle altre sedi all'estero, ma senza una conoscenza adeguata di almeno una lingua straniera oltre all'inglese, un candidato è difficilmente appetibile. (Puoi trovare info sui siti delle singole aziende alle sezioni "lavora con noi").
Io ho personalmente lavorato con la Germania, l'Inghilterra e il Portogallo e sinceramente la situazione non è diversa dall'Italia a livello di qualità di ricerca e particolarità di progetti; anzi, rispetto ai paesi iberici noi siamo molto più avanti. Poi dipende sempre da cosa vuoi fare e in cosa sei specializzato.
I neolaureati vengono certamente assunti, ma di sicuro non con lo stipendio di un senior (ne in Italia, ne all'estero). Puoi fare carriera in breve tempo, ma lo puoi fare benissimo anche in Italia. Di sicuro qui il problema della tassazione è importante, ma nel resto d'Europa attualmente non scommetterei su nessuna nazione in merito all'argomento.
Qui puoi fare il consulente, venendo in contatto con una rete di aziende e realtà ospedaliere considerevoli che ti permetterebbero di comprendere che quello che abbiamo visto all'università è una goccia nell'oceano, guadagnando cifre importanti perchè una consulenza tecnica specializzata è considerata molto, soprattutto dai grandi ospedali (che contano su quella per fare investimenti tecnologici economicamente considerevoli) e perchè la legge italiana costringe chi possiede macchinari sanitari a certificazioni e controlli annuali obbligatori.
Puoi fare il clinico facendo ricerca universitaria (sicuramente non molto valorizzata economicamente purtroppo), ma collaborando a progetti internazionali di rilievo scientifico.
Puoi fare il progettista (dipende dalla tua specializzazione) e lavorare alla realizzazione di nuove tecnologie in azienda, oppure puoi proseguire la carriera universitaria come docente.
Puoi lavorare in azienda come ingegnere junior facendo carriera fino a diventare un manager viaggiando per il mondo portando il nome dell'Italia sempre più in alto, considerando anche che è il paese che ti ha formato e che ha investito anni e risorse su di te (come certamente anche tu stesso hai fatto).
Il succo è che con la nostra laurea possiamo fare un'infinità di cose, ma dobbiamo essere intraprendenti nel cercare il posto migliore per lavorare con passione. Possiamo essere pagati adeguatamente, ma dobbiamo conoscere il nostro valore, saperci "vendere" e capire che dal giorno dopo la laurea non possiamo pretendere lo stipendio di un senior (attenzione: non va bene accettare stipendi ridicoli al limite del legale, ma nemmeno aspettarsi 5k al mese netti il primo anno di lavoro).
Possiamo cambiare attività nel corso della nostra carriera ogni volta che vogliamo facendo azienda/clinica/ricerca/formazione anche mille volte senza problemi e in pochi settori questo è possibile.
Dobbiamo tenere presente che l'ingegneria biomedica è un mondo spettacolare che può cambiare in meglio la medicina moderna, può rendere la vita dei pazienti migliore e il lavoro di medici e infermieri più sicuro. Ma può farlo solo se noi ingegneri biomedici mettiamo le nostre conoscenze e le nostre capacità al servizio dell'innovazione; farlo nel nostro paese è qualcosa che io considero un dovere morale, ma è solo la mia umile opinione non richiesta
.
Se invece la tua volontà è quella di andare, allora ti auguro il meglio ovunque nel mondo.
Nel caso tu non l'abbia ancora fatto, ti invito a visitare due sezioni del sito che potrebbero esserti utili:
Per avere una panoramica su cosa possiamo fare:
https://www.ingegneriabiomedica.org/lav ... biomedico/
Per avere info utili su come poter gestire i nostri titoli all'estero:
https://www.ingegneriabiomedica.org/tit ... co-estero/