Ciao Chiara's, ben venuta!
Io non sono un esperto di scoliosi, per cui mi sono informato un po' prima di rispondere.
Il link seguente è quello da cui ho preso le informazioni:
https://www.srs.org/italian/patient_and ... liosis.htm
Da quello che ho capito, normalmente si effettua una fusione delle vertebre interessate all'artrodesi (che quindi sono già bloccate così) e si inseriscono barre di titanio tenute con viti e uncini per facilitare questa fusione.
Il sito citato dà anche una sorta di risposta alla domanda:
Ci piacerebbe avere un metodo e dei materiali che raddrizzassero la colonna vertebrale ed anche permettessero un movimento normale tra tutte le ossa. Sfortunatamente, non abbiamo questa possibilità. Qualsiasi cosa si metta per mantenere la colonna dritta, rende anche la colonna stessa rigida nella sede di intervento chirurgico.
La chirurgia per la scoliosi può essere effettuata senza attuare una fusione. Sfortunatamente, le barre che raddrizzano la colonna vertebrale col tempo si romperanno se le ossa e le barre non crescono insieme. Quindi se si attua una chirurgia senza fusione, è probabile che sarà necessario intervenire chirurgicamente più e più volte.
Da ciò si capisce che al momento non ci sono metodi, come immagino che già sapevi.
Ho fatto quindi delle ipotesi e mi sono accorto che probabilmente non esiste e non esisterà mai un materiale omogeneo in grado di mantenere la colonna dritta senza alterare il normale movimento.
Questa conclusione l'ho avuta pensando i due casi estremi. Il primo è quello di raddrizzare la scoliosi, che significa imporre delle forze che contrastino la forza della scoliosi stessa, queste forze però non possono non impedire anche i movimenti normali. Se al contrario i movimenti sono permessi, allora non si riesce ad avere una forza tale da raddrizzare la schiena.
A mio parere il problema non è dovuto al materiale ma bensì al disegno meccanico: si dovrebbe costruire un dispositivo che sia rigido nel piano frontale per contrastare la scoliosi ma che allo stesso tempo possa muoversi nel piano sagittale così da rendere possibili almeno i movimenti di flessione del busto. La mia però è solo un'ipotesi.
Questo comunque non risolve il problema della crescita delle ossa che ho riportato nella citazione precedente.
di quanti anni si parla orientativamente?la ricerca scientifica secondo voi è attiva in questa direzione specifica (o è un argomento di poco interesse?)?
Sicuramente non è di poco interesse: quando c'è un problema, gli ingegneri cercano di risolverlo! Sono sicuro, da ciò che ho trovato, che la ricerca scientifica è attiva in questo settore, sia dal punto di vista medico sia di nuovi dispositivi, ma non saprei dirti di quanti anni si parla nemmeno orientativamente.
Ciò che posso dirti è che per avere un nuovo dispositivo medico funzionante sul mercato c'è bisogno dai 5 a qualche decina di anni più o meno (a seconda del dispositivo) se niente va storto. Questo perché, oltre a creare il dispositivo, è necessario fare test di ogni genere per vedere se funziona, se non è dannoso e se mostra miglioramenti rispetto alle altre tecniche. Inoltre si dovrebbero fare dei trial clinici su dei volontari e, probabilmente, il dispositivo verrebbe brevettato (tempo aggiuntivo).
Personalmente questo problema mi ha attirato e ho iniziato a fare diverse ipotesi sui dispositivi. Spero che ci sia qualcun altro interessato a questo problema perché ci si potrebbe lavorare su!
P.S.:
frequento l'ultimo anno del liceo linguistico quindi sono abbastanza fuori luogo qui.
In realtà non è vero che sei fuori luogo: conosco tanti colleghi biomedici che hanno fatto il liceo linguistico prima e sono tutti molto in gamba!