Il primo forum italiano per l'Ingegneria Biomedica

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Esperienze di studio nei corsi di laurea in Ingegneria Biomedica degli atenei italiani ed esteri
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By Raissa95
#132
Salve ragazzi, c'è tanto da scrivere e prima di iniziare ringrazio chi avrà la pazienza di leggere tutto, ho davvero bisogno dei vostri consigli, non ho mai parlato con ingegneri biomedici o con futuri ing e ne ho tanto bisogno. Come già detto nella mia presentazione, frequento il secondo anno di Ingegneria dell'Informazione presso l'Università del Salento ma mi piacerebbe specializzarmi altrove in Biomedica. Purtroppo però lotto tra quella che è la mia passione e i dubbi della situazione attuale ma dovrei iniziare da un pò più indietro per raccontarvi al meglio. Ho frequentato il Liceo Scientifico ed ero tra i più bravi della classe (voto finale 100/100), ho sempre mostrato un'antipatia per le materie umanistiche come italiano, latino, storia, filosofia e non sopportavo quei libroni e quegli autori da studiare. Al contrario facevo con molta più tranquillità materie come matematica e fisica, a volte mi divertivo pure a risolvere i problemi e poi ero tanto affascinata da materie come scienze, biologia e chimica. Ho sempre pensato che studiare gli autori ormai morti non sarebbe mai servito per il futuro, volevo fare da grande qualcosa che sarebbe servito un domani, riuscire in qualche modo a portare con la mia attivirà uno sviluppo! Al momento della scelta universitaria ero indecisa tra Ingegneria e Medicina, avendo categoricamente scartato tutto il resto. Purtroppo però, mi dispiace dirlo, ma non sono molto stata seguita in questa scelta, non ho avuto nessuno che mi consigliasse, ma non perchè la mia famiglia non si interessasse a me ma semplicemente perchè erano lontani da queste due realtà, non ho in famiglia nè medici nè ingegneri, nemmeno con un grado di parentela lontano e non erano in grado quindi di spiegarmi cosa avrei trovato in un caso o nell'altro o come fare per prepararmi per una scelta o per un'altra, insomma sono arrivata in quinto superiore ed è stato lì che ho scoperto che entrare in medicina è una cosa impossibile se non si studia almeno dal terzo anno di liceo per prepararsi ad entrare. Certo direte, avrei potuto informarmi da sola, in fondo è un problema di cui si parla sempre ma il punto è che fino al quinto superiore non mi sono mai e poi mai posta il problema di cosa avrei fatto da grande e quindi ho iniziato ad informarmi solo quando è arrivato il momento della scelta. Inoltre hanno iniziato a parlarmi dell'ancora più difficile caso della specialistica, del fatto che sia difficile entrare, ancor di più se non si hanno raccomandazioni (e io non ne ho nessuna). In quinto superiore non sarei mai riuscita ad entrare in medicina, per quanto mi piacessero cose come biologia o chimica, abbiamo avuto un prof che non le ha trattate nella maniera giusta ma in un modo molto superficiale, non mi sentivo preparata, sapevo che avrei dovuto iniziare a studiare molto prima e poi l'idea di rimanere uno o due anni fuori, fare poi 6 anni di studi (se tutto va bene), rischiare di perdere altri anni prima di entrare nella specialistica (anche perchè non sono tipa che si accontenta della prima specialistica in cui riesce ad entrare, ce ne sono un paio che mi sarebbero piaciute e sono tra quelle più difficili), rischiare di non entrarci proprio e poi passare altri 5 anni, mi spaventava tantissimo! Ho pensato 10-12 anni di studio per me che odio i libroni nonostante mi piacciano gli argomenti, sono troppi e con quanti rischi! Nessuno mi aveva spiegato che in specialistica vieni pagato e gli esami sono 1-2 per anno e sono solo una formalità, se me lo avessero detto avrei pensato diversamente, nel senso sarebbero stati 6 anni duri (solo uno in più di ingegneria) e poi avrei in qualche modo già iniziato a lavorare in specializzazione non sentendo troppo il peso dello studio.. Io pensavo che anche i 5 anni di specializzazione fossero seduti su un banco all'università. Tutto questo mi ha fatto scartare Medicina. Così ecco Ingegneria, si ma quale? Un bel giorno il mio prof mi parla di Ingegneria Biomedica e rimango folgorata letteralmente, corro a casa mi metto davanti al computer e passo ore a leggere informazioni e guardare video su youtube di spiegazioni, sento come accendersi un qualcosa dentro di me, sento svanire ogni pensiero verso medicina e sento dentro di me una vocina che mi dice "Ingegneria Biomedica è la tua strada". Una laurea che vedevo perfetta, il giusto incontro tra Medicina e Ingegneria, senza tutti quei problemi di accesso, con soli 3+2 anni e la possibilità di unire progettazione e tecnologia (che dimenticavo di dire sono comunque una cosa che mi piace tantissimo, passo ore al computer e con la tecnologia in generale) alla medicina. Rimanevo letteralmente a bocca aperta di fronte ad articoli che parlavano della progettazione di organi artificiali: pensare di poter progettare e realizzare ad esempio un cuore artificiale da ingegnere mi attirava più della cura di un cuore malato da medico. Per non parlare delle applicazioni della biomedica nello sport (che amo!), la realizzazione di tecnologie sempre più importanti per supportare la medicina e insomma tutto il mondo biomedico, posso dire di essermi innamorata. Purtroppo dove vivo io (Puglia) non esiste alcun corso di Ingegneria Biomedica e per diversi motivi non potevo in alcun modo spostarmi, ho vissuto malissimo questa cosa, non riesco nemmeno a dirvi quanto! Alla fine su pressione dei miei genitori mi convinto a iniziare Ingegneria dell'Informazione a Lecce, con l'idea che poi avrei finalmente preso la magistrale in Biomedica in un'altra città ed eccomi qui al secondo anno. Ho fatto tutti gli esami del primo anno ed ho anche la media del 29, ma non sono felice. Nel mio corso si fa tanta informatica e tanta elettronica e ovviamente non c'è l'ombra della scienza, biologia, anatomia che tanto mi piace ma diciamo che ero disposta a sopportare il tutto, in fondo mi sto costruendo una base solida in informatica ed elettronica che comunque sarà importantissima nell'ambito biomedico alla specialistica. Il problema vero e proprio è un altro: la situazione per Ingegneria Biomedica in Italia. Come avete potuto cogliere, io di questo percorso di studi amo gli stimoli che è in grado di dare, il suo grande carattare affascinante, la magia del creare organi artificiali, mani bioniche,occhio bionico, arti robotici, sistemi ad alta tecnologia, pacemaker, defibrillatori, valvole cardiache(si avete notato bene, mi piace molto l'ambito cardiaco), roba super tecnologica e che mi faccia sentire fiera del mio lavoro, della possibilità di aiutare con questo tantissime persone. La realtà che invece ho notato è che gli ingegneri biomedici finiscono col diventare consulenti in ambito elettromedicale, lavorano nel commercio di protesi e si occupano della manutenzione di dispositivi. Cosa c'è di affascinante e stimolante in questo? Inoltre non vengono presi molto in considerazione e vengono spesso preferiti meccanici, elettronici o informatici. Solo all'estero gli ingegneri biomedici vengono riconosciuti ma io non voglio andarci, non voglio lasciare il mio Paese, la mia famiglia, non voglio. Il mondo mi è crollato addosso, sto facendo un percorso di studi che mi porterà a cosa? A fare un lavoro totalmente diverso da quello che avevo immaginato, totalmente. Inoltre è un percorso di studi difficilissimo, rischi di non trovare lavoro ci sono e non farò quello per cui ho studiato. Sto malissimo davvero, sono nella confusione totale. Ho pensato di prendere la specialistica in gestionale (dicono che il 93% dei gestionali lavora dopo la laurea e bene anche) ma è una cosa che non mi piace per niente, cioè sarebbe solo una scelta per avere un posto di lavoro sicuro ma starei male, malissimo. Ho pensato addirittura di mollare tutto e di prepararmi per il test di Medicina dell'anno prossimo, non posso rinunciare a questo campo che io avevo inglobato in Ingegneria Biomedica avendo a che fare sempre con il corpo umano, ma così perderei ben 2 anni! Che diventano pesanti visti quanti ne passeranno ancora! E poi delle specialistiche a me piacerebbe cardiologia ed è una delle più difficili riguardo l'accesso, e io ripeto non ho nessuno, dovrei fare leva solo sulle mie capacità, posso davvero buttare via Ingegneria per iniziare un percorso che non so quando finirà e se davvero finirà? Sto davvero male, se mi chiedeste cosa preferisco tra medicina e ingegneria biomedica (ma come la vedo io e non come è attualmente) vi rispondo ingegneria biomedica ma l'idea di essere un consulente commerciale mi uccide. A questo punto non posso essere nè un ingegnere biomedico nel vero senso della parola e nè un medico. Perchè l'Italia è così? Perchè? Cosa devo fare ora? Io voglio fare le cose che vi ho detto, mi sento inutile attualmente e in totale confusione. Come posso realizzare il mio sogno restando in Italia? Aiutatemi :(
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By Emilio Andreozzi
#135
Cara Raissa, è una situazione difficile per tutti noi che ne facciamo parte.

Bisogna prendere atto, purtroppo, che la Biomedica è un ambito molto vasto ed incredibilmente tecnologico: quest'ultimo aspetto è intimamente connesso alla dispobilità di investimenti a supporto della ricerca (di base e/o applicata), che tutti sappiamo essere prossima allo zero in Italia.

Non voglio buttarla sul filosofico, ma la vita è così, non si può avere tutto e ci si trova spesso di fronte a delle scelte.
Analizzando la tua situazione, si nota che tu hai messo un bel po' di vincoli e, come potrai ben intuire, non sempre una situazione così vincolata ammette una soluzione:
  1. Vuoi lavorare in un ambito che riguarda la medicina, ma da un punto di vista tecnologico: Ingegneria Biomedica;
  2. Vuoi un lavoro appagante in ambito di Ricerca e Sviluppo (R&D);
  3. Vuoi rimanere in Italia.
Beh vorrei farti notare che in generale le tue non sono richieste da poco, specialmente in Italia. A questo si aggiunge che in particolare in Italia la Biomedica non ha ancora preso piede, perché a differenza di tanti altri settori, come Chimica, Materiali, Meccanica, Aerospazio, Elettronica, Automazione, Telecomunicazioni ha davvero pochi risvolti in ambito industriale (praticamente l'unico di cui gliene frega qualcosa agli imprenditori italiani insieme all'ambito civile e quello sanitario).
Questo aspetto della Biomedica, unito alla precedente considerazione sulla sua notevole richiesta tecnologica, la rende poco appetibile per le imprese italiane, il che rende difficile riuscire a lavorarci (senza soldi in ambito R&D non si va da nessuna parte).
L'unica richiesta in campo medico di figure professionali con un certo bagaglio ingegneristico è nel settore clinico, dove appunto i biomedici sono impiegati a mo' di "interfaccia medico-tecnico" e di consulenti per l'acquisto e la manutenzione dei macchinari: condivido con te la convinzione che sia un lavoro davvero poco stimolante/appagante ed è per questo che anch'io l'ho scartato a priori.

A tutto ciò bisogna aggiungere che in Italia i biomedici passano quasi tutti attraverso un tentativo di formazione a 360°, che chiaramente fallisce dal momento che è IMPOSSIBILE essere dei tuttologi e avere conoscenze davvero approfondite contemporaneamente in Elettronica, Informatica, Meccanica, Chimica, Materiali etc. per cui, alla fine dei conti, mediamente i biomedici risultano avere una formazione incompleta in questi ambiti, rispetto a coloro che li hanno affrontati singolarmente (elettronici, informatici, meccanici, chimici etc.), dunque insufficiente a lavorare in ambito di progettazione: è da questo aspetto che nasce il problema del riconoscimento della figura dell'ingegnere biomedico in Italia.

A valle di questa analisi risulta chiaro che in Italia praticamente non ci sono quasi mai le condizioni per lavorare nel settore biomedico in ambito R&D e le uniche possibilità sono lavorare all'interno di un'università (e sappiamo bene quanto sia difficile entrare), lavorare all'interno di una clinica come supporto tecnico per i medici e lavorare all'interno di aziende produttrici di strumenti biomedici come rappresentanti commerciali.
Questa conclusione ti pone davanti ad una scelta:


la realizzazione personale del lavorare in ambito Biomedico (possibile praticamente solo all'estero) o la permanenza in Italia, nel tuo Paese, vicino alla tua famiglia?


Mi dispiace dirtelo, ma, purtroppo, per quanto pensi di poter aggirare questa scelta (e non dico che sia impossibile, ma di sicuro estremamente difficile) alla fine te la ritroverai sempre davanti e nessuno potrà dare questa risposta se non tu: si tratta delle tue priorità, che sono appunto un aspetto estremamente intimo e personale.

Passando alle possibilità che hai vagliato, se proprio non hai intenzione di considerare l'idea di andare all'estero, io ti sconsiglio vivamente di intraprendere la strada di medicina a questo punto, perché, come hai già detto tu, è una strada lunga, difficile ed estremamente insicura, specialmente in Italia dove ci sono raccomandazioni a gogo.
Per quanto riguarda gestionale, te lo sconsiglio altrettanto, perché penso che finiresti per deprimerti totalmente: è un ambito molto diverso da quello in cui vorresti lavorare tu, per cui davvero faresti qualcosa che non ti piace.

In realtà, ad essere sincero, non mi è chiaro perché tu non abbia vagliato la possibilità di laurearti e lavorare in un settore dell'ingegneria dell'informazione come Elettronica, Informatica, Telecomunicazioni, Automazione: in fondo sono settori in cui si lavora molto e sono sicuramente più vicini a ciò che ti piace, rispetto a gestionale, e in generale più vicini a ciò che studi attualmente, rispetto a medicina.
Inoltre competenze approfondite in questi ambiti potrebbero anche essere richieste per applicazioni biomediche e, come ben sai, risulteresti sicuramente più appetibile della maggior parte degli ingegneri biomedici per ricoprire ruoli da progettista. Le poche aziende italiane che lavorano nel settore biomedico sono maggiormente concentrate in Emilia-Romagna, quindi delle possibilità, anche se poche, ci sono.

In conclusione il mio consiglio è:
se puoi cerca un master in Biomedica all'estero, preferibilmente in un'università in cui c'è qualcuno che fa studi in ambito cardiologico, visto che ti piace tanto, oppure, se proprio non accetti di andare all'estero, prosegui con una magistrale in un settore dell'ingegneria dell'informazione e prova a proporti alle poche aziende biomediche italiane offrendo competenze specifiche in ambito ICT: nel peggiore dei casi, in cui non dovessi riuscire a trovare lavoro nel settore biomedico in Italia, potrai comunque offrire le tue competenze ad aziende che operano in generale nel settore ICT, e non sono poche.

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