Ciao Giuseppe, mi fa piacere che questa discussione sia stata finalmente proposta da un utente del forum!
Premetto che ho conseguito la laurea triennale in Ingegneria Biomedica alla Federico II di Napoli e dunque parlo principalmente del corso triennale.
Premetto anche che il mio giudizio è molto negativo e che tale corso di laurea non mi ha per niente soddisfatto.
A mio avviso il corso ha diversi aspetti negativi, che chiarirò di seguito.
- Non presenta un "core" di conoscenze e competenze che qualificano lo studente come Ingegnere Biomedico: non ci sono corsi dedicati di anatomia e fisiologia, fondamentali per comprendere i meccanismi del corpo umano, quello con cui il biomedico intende interagire utilizzando le metodologie proprie dell'ingegneria. Sì è vero, in Principi di Bioingegneria e Strumentazione Biomedica c'è una parte del corso denominata "Fisiologia", ma è tenuta da un "ingegnere" elettronico, dunque vi lascio immaginare quanto possa essere accurata. E se non lo immaginate ve lo dico io: non lo è per niente. Inoltre in generale nei corsi non viene affrontata in nessun ambito l'interazione del corpo umano con gli stimoli esterni (meccanici, chimici, elettromagnetici etc.), forse qualche cenno vi è nel corso di Ingegneria dei Tessuti nello studio degli effetti sul corpo umano delle protesi in PET per il legamento crociato anteriore. Gli unici due esami di "Scienze Mediche" previsti alla magistrale sono stati eliminati da qualche anno, però c'è giustamente "Fisiopatologia generale" (una delle materie più complicate in ambito medico, che generalmente prevede la conoscenza dell'anatomia e della fisiologia).
- Gli argomenti di molti corsi sono poco utili al campo biomedico come ad esempio:
- Termodinamica: Si studiano macchine, cicli e aria umida. La termodinamica cellulare non la si vede neanche con il cannocchiale.
- Fenomeni di trasporto: L'argomento più "vicino" alla biomedica che viene spiegato è la farmacocinetica. Nessun cenno ai meccanismi biologici, come ad esempio la pompa sodio-potassio (che viene poi appioppata come se fosse una barzelletta durante il corso di Principi di Bioingegneria e Strumentazione Biomedica).
- Meccanica: Un bignami super compresso di Meccanica Razionale, Scienza delle costruzioni e Tecnica delle costruzioni, anche qui vi lascio immaginare quanto possa essere utile. Per onestà devo dire che il corso è tenuto in maniera chiara, ma ahimè presenta pochissimi ed inutili cenni alle applicazioni in biomedica, proposti l'ultimo giorno di corso.
- Chimica: Corso ridicolo in cui si bypassano la chimica organica e le reazioni di ossidoriduzione (si studiano addirittura al liceo!), entrambi argomenti fondamentali per la comprensione dei meccanismi biologici.
- Elettronica: 3 CFU di elettronica digitale completamente INUTILI, sottratti ad un eventuale approfondimento di elettronica analogica su amplificatori per biopotenziali o altre applicazioni biomediche. Posso sostenere che sono inutili in quanto al mio passaggio ad elettronica per la magistrale ho dovuto studiare e sostenere l'esame di Circuiti Digitali (ben 12 cfu), che mi ha aperto gli occhi su quanto fossero inconsistenti e di conseguenza inutili le nozioni spiegate in quei 3 crediti di digitale che avevo già affrontato.
- PBSB: Come già anticipato, la parte di fisiologia è ridicola, perché l'insegnamento non proviene da una persona competente nel campo della fisiologia e perché il "libro di riferimento" è un atlante medico tascabile. Nel "laboratorio" si studiano solo due modelli biologici del cavolo con Simulink (dopo innumerevoli ore di "nulla" a fare sempre le stesse cazzate su Simulink senza andare avanti). La seconda parte sulla strumentazione biomedica si salva solo per il libro di riferimento (Webster), ma viene affrontata senza le necessarie conoscenze e competenze in ambito di misure, perché il corso di Fondamenti di Misure è previsto per il semestre successivo: semplicemente geniale.
- EDSB: È un bordello totale. In molti punti le dispense del professore sembrano un'accozzaglia di informazioni buttate a caso. Vengono proprosti diversi filtri da "studiare", nella pratica biomedica ormai abbastanza obsoleti. Non c'è nessuna spiegazione su come ci si approccia alla realizzazione di un sistema di elaborazione di un segnale (analisi delle caratteristiche del segnale, analisi delle componenti informative utili, selezione dei filtri più adatti ad esaltarle, progettazione e dimensionamento di tali filtri etc.). La costruzione delle maschere per l'elaborazione delle immagini è completamente incomprensibile: 4 maschere già fatte buttate lì da imparare a memoria, senza poter ricavare un criterio con cui realizzarle ex-novo. Non vi è alcuna applicazione e verifica delle conoscenze acquisite condotta su segnali reali (la banca dati proposta ogni anno è inutilizzabile, o almeno loro non sanno spiegare come utilizzarla): il laboratorio si riduce alla realizzazione di uno script in Matlab per il filtraggio del QRS dal segnale ECG, sempre sullo stesso tracciato ECG, da anni. Insomma un corso potenzialmente interessante portato avanti in maniera svogliata e non costruttiva per la crescita professionale degli studenti.
- Il piano di studi è la brutta copia di quello di elettronica, ma alla triennale non dà la possibilità di scegliere esami del ramo informazione: gli esami a scelta sono infatti afferenti solo al ramo industriale.
- Ci si ritrova con la richiesta di competenze in ambiente Labview per diverse tesi di laurea, non acquisibili in nessun corso. Matlab viene spiegato il minimo indispensabile e di certo se adesso ho delle discrete competenze in questo ambito non è grazie al corso di biomedica, ma grazie al culo che mi sono fatto (da solo) per imparare a sfruttarne meglio le potenzialità.
- Mancanza di specializzazione alla fine del corso di studi:
- Il percorso del ramo informazione non è sufficiente acquisire le competenze realmente necessarie alla progettazione di nuovi strumenti/software per applicazioni biomediche;
- Il percorso di tessuti ed organi artificiali prevede solo 2 esami da 6 crediti e non ha ulteriore prosieguo;
- Il percorso di biomeccanica e protesi prevede solo 2 esami da 6 crediti e non ha ulteriore prosieguo;
- Il percorso di ingegneria clinica è l'unico che sembra essere portato avanti (a giudicare dagli esami proposti) ma secondo i pareri di tantissimi studenti della magistrale è anch'esso portato avanti una mezza schifezza.
- Statistiche: l'80% dei laureati magistrali finisce a lavorare come rappresentante per la vendita di strumentazione biomedica ad ospedali e cliniche, insomma ben lontano dalla progettazione di nuove soluzioni per il campo biomedico.
Come puoi leggere da questo resoconto, caro Giuseppe,
il bilancio su questo corso di laurea è tutt'altro che buono. Questo non significa che non si studi duramente, e questo tu lo sai sicuramente bene, ma significa che
è talmente disorganizzato da un punto di vista didattico che fa disperdere inutilmente le energie dello studente su una miriade di materie diverse, trattate a compartimenti stagni, senza alcuna relazione tra loro e con la biomedica.
Il mio consiglio per chi deve ancora iniziare la triennale è di chiedersi "
Perché voglio studiare Ingegneria Biomedica? Cosa mi piacerebbe fare come ingegnere biomedico? A quale campo applicativo voglio puntare?" e in base a questo scegliere tra Ingegneria Elettronica, Ingegneria Informatica, Ingegneria dei Materiali e Ingegneria dell'Automazione.
Dico questo perché sono corsi consolidati che forniscono conoscenze, metodologie e capacità pratiche applicabili anche nel campo della biomedica.
Non dimentichiamoci che i corsi di biomedica sono stati fondati da specialisti di queste materie che molto spesso,
DOPO LA LAUREA MAGISTRALE, hanno intrapreso studi di biologia, fisiologia umana e interazioni tra l'uomo e l'ambiente in cui vive, dunque non è strettamente necessario acquisire certe competenze tipicamente "bio" durante la laurea, ma è MOLTO più importante acquisire competenze teoriche e pratiche in uno dei settori di base citati, per poi poterle applicare successivamente in ambito bio: il contrario è davvero molto difficile ed è il motivo per cui in Italia c'è una percentuale così alta di biomedici che finiscono a lavorare molto lontano dai campi applicativi a cui miravano in precedenza, rendendosi conto che non hanno le conoscenze necessarie e che non riescono più ad acquisirle facilmente.
Per chi è già in dirittura d'arrivo per la laurea triennale il discorso è un po' più complicato perché per intraprendere una magistrale in uno dei settori precedentemente citati è sicuramente necessario integrare degli esami, il cui numero è tanto maggiore quanto più il settore scelto si allontana dall'ingegneria elettronica.
Per intraprendere la magistrale in ingegneria elettronica ad oggi è necessario integrare "solo" l'esame di Circuiti Digitali da 12 CFU (io ho dovuto integrare anche un altro esame, che in realtà non mi è dispiaciuto affatto
).
Per intraprendere la magistrale in informatica suppongo che ci siano più esami da integrare perché naturalmente c'è un approccio più puntato alla programmazione ed è chiaramente necessario colmare più "lacune" in questo campo.
Intraprendere la magistrale in automazione non lo consiglio a nessuno, perché il presidente del corso di laurea a suo tempo mi ha già fatto un "preventivo" di 60 CFU da recuperare (praticamente 1 anno di triennale), che credo sia davvero un sacrificio troppo grande e forse vano.
Per intraprendere la magistrale in materiali mi è stato riferito che è necessario integrare 40 CFU, anche qui non si scherza, perché non sono pochi e perché le materie, afferenti al ramo di ingegneria industriale, non sono affatto amichevoli per chi proviene dal ramo di ingegneria dell'informazione.
Chiaramente ho parlato di ciò che offre ad oggi la Federico II, ma nulla vieta di osservare cosa offrono gli altri atenei e in questo penso che potranno esserti di aiuto i nostri colleghi di altre università in Italia.
La scelta è difficile ma, a mio avviso, necessaria, perché è meglio fare uno sforzo adesso e cambiare per poter acquisire le competenze necessarie, piuttosto che tirare dritto per la stessa strada e rendersi conto troppo tardi che tali conoscenze non sono state acquisite.
Spero di essere stato chiaro ed esaustivo nel mio resoconto sul corso di laurea in Ingegneria Biomedica offerto dalla Federico II e spero ancor di più che altri colleghi in procinto di laurearsi o già laureati diranno la loro su questo argomento, per dare una visione più completa a chi ne ha bisogno!